10.Novembre.2007

Salve,
incominciamo questa sezione proponendovi una e-mail che ci e' arrivata:
"Dopo aver partecipato al linux day ho installato ubuntu feisty sul notebook ...[omissis] e grazie ai vostri preziosi consigli un nuovo mondo mi si è aperto! voglio ringraziarvi ... "

Ebbene,
nonostante qualche disapprovazione;
nonostante qualche atteggiamento che definisco da "sabbie mobili" con lo scopo di far naufragare qualunque iniziativa con i "quasi senza accorgerci";
nonostante tutto: ci siamo riusciti.

Siamo riusciti ad aprire un'altra piccola strada verso la conoscenza delle possibilita' che il GNU/Linux ci offre.
Siamo riusciti a seminare la' dove si pensava non si potesse (o non si volesse) cambiare lo status statico che e' nell' "ordine delle cose".
Siamo riusciti a dimostrare con i fatti, prima delle parole, che non esistono insormontabili problemi, se non quelli che i nostri timori ci creano quando siamo di fronte alle novita'.

Novita? Per molti il GNU/Linux e' ancora una novita'!
Ed e-mail come questa ci ripagano degli sforzi che quotidianamente facciamo per far capire che:
"io sono cio' che sono, per merito di cio' che siamo tutti" (libera traduzione di "Ubuntu").

Fa male!
Si, a tanti fa molto male dover ammettere che volenti o nolenti si dipende dagli altri.
Siamo troppo abituati a pensare che la personale posizione dipenda esclusivamente dal proprio potenziale.
Frasi come "questa cosa e' una mia creatura" o come "dovete ringraziare la possibilita' che vi offro" sono sintomo di pochezza intellettuale (altrimenti chiamata "ignoranza"!).

A noi che le cose le facciamo mentre le diciamo e' sufficiente pensare a come farle meglio e non a come mettere il "bastone tra le ruote" del vicino pur di sembrare migliori.

Ne e' bastata una.
E' con questo spirito che possiamo tranquillamente affermare come una sola e-mail e' stata sufficiente per dire che l'obiettivo del LinuxDay a Conversano ha raggiunto il suo scopo di diffondere

Vincenzo.